Abbiamo intervistato Vincenzo Consagno, fresco campione d’Italia del campionato masters di biliardo e grande tifoso molosso
Grandissimo traguardo raggiunto con il campionato italiano masters. Quali sono le sue emozioni e quanto è stato difficile?
“Il campionato è stato difficilissimo perché è stato svolto, per colpa della pandemia, in due anni,l. Abbiamo iniziato, ci siamo fermati e abbiamo ricominciato da zero. É stato mentalmente difficile più del dovuto. L’emozione è indescrivibile, quando ti sacrifichi per arrivare ad un obiettivo e lo raggiungi vieni ripagato da tutti gli sforzi fatti. Per giocare a biliardo devi limitare tante cose, non puoi uscire nel weekend con la famiglia, la domenica bisogna giocare,l: è uno sport vero e proprio, c’è allenamento fisico e mentale, tutte le mattine vado in bici verso le cinque del mattino per restare in forma, se non si frequenta il biliardo assiduamente è difficile capirlo”.
A chi dedica questo trionfo?
“L’ho dedicato in primis a degli amici miei che sono deceduti da poco, Marco Bergaminelli, Francesco Cuomo, Alfonso Sparano e Michele Iervolino glielo dovevo, siamo cresciuti insieme e sono stati i miei primi tifosi: era doveroso dedicarlo a loro. Poi lo dedico alla mia famiglia, mia moglie e i miei figli: i sacrifici che faccio io li fanno anche loro indirettamente. I miei genitori insieme a mia suocera da bravi nonni si prendono cura dei bambini quando non ci siamo. E poi ai tantissimi amici che sono miei sostenitori e mi seguono sempre”.
Padre e figlio campione un esempio raro in questa disciplina ma in generale in tutti gli sport ce ne sono pochi
“E’ una bellissima soddisfazione per mio padre che per me che sto seguendo le sue orme. Sono stato il primo a gioire delle sue vittorie da piccolo. Nel 95 vinse il campionato, l’anno dopo arrivò in finale al mondiale e non andò bene. Sognavo di fare almeno la metà delle sue vittorie, giustamente con i sacrifici ci sono riuscito ed è una bellissima sensazione. Spero di provarle con mio figlio: a livello di Palmares mi manca qualcosa. Siamo insieme io e mio padre campioni master e campioni italiani a coppie, ha un titolo importante ovvero vice campione del mondo. Sperando che un giorno possa vincere il mondiale”.
Da grande tifoso molosso una domanda non potevamo non farvela: che pensa di questo momento della Nocerina?
“Ti rispondo sia da sportivo che da tifoso: da sportivo capisco il momento difficile per tutti, sia per gli imprenditori che per il presidente che sono in netta difficoltà. Quest’anno a livello di squadra siamo andati bene rispetto le scorse stagioni dove la rosa, con tutto il rispetto per i giocatori che hanno indossato la maglia rossonera, non era all’altezza. Da tifoso meritiamo di più: questa società a malincuore spero di non vederla più, voglio una società che possa gratificare la città di Nocera e i suoi tifosi. Dobbiamo primeggiare in Serie C, siamo la storia della Campania e dell’Italia. Quando giro l’Italia e sentono il nome di Nocera Inferiore nominano la Nocerina. Mi presento con orgoglio dicendo sono di Nocera inferiore e non di Salerno. Anche i telecronisti mi dicono il nocerino: siamo la storia del calcio campano. Dopo Napoli e Avellino c’è la Nocerina. Ti racconto un aneddoto: ero a Salerno in una pizzeria insieme all’ex presidente Citarella gli dissi presidente o si torna o si torna, quindi c’è speranza”.
Cosa si aspetta da tifoso per la prossima stagione. Vedendo quello che si è fatto quest’anno pensa che cambierà qualcosa oppure rimarrà tutto uguale?
“Da tifoso mi aspetto qualcosa in più. Parlando concretamente, con questa società soffriremo di nuovo, almeno che qualcosa non esca d’improvviso. Un qualcosa che infiammi la piazza e faccia una grande squadra, che si vinca o si perda bisogna che ritorni l’entusiasmo. Vedere una tifoseria cosi ti fa male al cuore, mio figlio vuole andare allo stadio ed ha sette anni. Non c’è andato ancora e non c’è quella voglia di andare allo stadio. Un grazie ancora ai 500 sostenitori che sono allo stadio, ma siamo abituati a vedere la curva piena e spero che possa tornare al più presto, allora li lo porterò allo stadio”.