Alfredo Ballarò, l’allenatore del Messina che lanciò Totò Schillaci, si è spento, il 29 aprile 2023, all’età di ottanta anni nella sua casa di Torre del Greco dopo aver lottato a lungo con una malattia. Docente di disegno artistico nelle scuole medie, appassionato d’arte e pittore, ha avuto grandi soddisfazioni anche nel calcio dov’è stato allenatore tra C e D soprattutto di squadre campane come Turris, Grumese, Battipagliese, Gladiator, Ercolanese, Nola, Nocerina, Frattese, Cavese, Portici e Marcianise.
Ma dei molossi non è stato solo allenatore ma anche calciatore. Infatti con la Nocerina ha giocato per due stagioni. La prima stagione calcistica è stata nel 1963/1964 dove ha totalizzato undici presenze.
Nella seconda stagione calcistica 1964 /1965 con la maglia rossonera ha totalizzato ventisei presenze e ha realizzato il gol nel derby casalingo contro il Benevento.
Il suo nome però è legato alla città di Messina, dove ha raggiunto l’apice della carriera, firmando la promozione in C1 del 1983 e lanciando subito titolare l’allora giovanissimo Totò Schillaci.
Alfredo Ballarò è stato un maestro di calcio, uno di quegli allenatori all’antica, capaci di migliorare i giocatori tecnicamente, una specie ormai estinta sull’altare delle alchimie tattiche, dell’atletismo, dell’intensità, della densità, della duttilità, della corsa, dell’aitanza palestrata, delle capacità organiche…
Finiti gli allenamenti canonici, Ballarò chiamava i tre-quattro-cinque giocatori grezzi, scarsi tecnicamente, del suo organico e li curava personalmente… Ha lavorato sodo, ha dato tanto, ha insegnato i fondamentali a decine e decine di calciatori, ha dispensato esperienza, saggezza, serenità, professionalità, un uomo di vecchio stampo.
Il calcio italiano sarà sempre grato al calciatore e all’allenatore Alfredo Ballarò per quanto ha saputo regalare in ogni piazza che ha visto la sua persona e per quello che ha saputo insegnare ai propri calciatori.