Al termine dell’estate del 1993, i molossi si trovarono ad affrontare il Campionato Nazionale Dilettanti con un discreto ottimismo. Discreto, perché tutti sapevano che, nonostante la presenza di Taranto, Campobasso e Toma Maglie, la squadra da battere sarebbe stata il Benevento. La Nocerina fu inserita nel girone pugliese.
Lo spareggio col Grottaminarda del 1993 aveva riportato grande entusiasmo nelle due Nocera. Dopo anni di anonimato, la squadra rossonera aveva, finalmente, vinto un campionato. Tuttavia, neanche il più ottimista dei tifosi avrebbe potuto immaginare tutto quello che sarebbe successo di lì a poco
Sarebbero tante le storie da narrare della stagione calcistica 1993/1994: il derby con la Paganese a Portici, l’arrivo in rossonero di due bandiere come Sebastiano Siviglia e Andrea Pallanch, il ritorno in panchina di Lamberto Leonardi (che subentrò a Pasquale Sabia praticamente subito). Tuttavia, ci fu un episodio che i tanti tifosi che ebbero la fortuna di vivere quell’annata, ricordano ancora oggi.
Il 9 gennaio 1994, per la ventunesima giornata del campionato (seconda giornata del girone di ritorno) il San Francesco ospitò il derby coi cugini del Benevento. Tra le due tifoserie c’era un certo astio. Non si trattava ancora dell’accesa rivalità che sarebbe scoppiata l’anno successivo, ma nella gara di andata c’erano stati diversi scontri all’esterno del Santa Colomba.
I sanniti di Boccolini erano primi e la Nocerina li inseguiva con un distacco importante, ma non incolmabile. Il primo incontro se l’erano aggiudicato i giallorossi, con un secco due a zero, proprio quella sconfitta era risultata fatale a Sabia.
Il derby aveva richiamato molta gente allo stadio, la tribuna come spesso accadeva in quegli anni, era piena. Nonostante la pioggia, c’era gente anche nei distinti. La curva, era inagibile perché un camioncino durante il consueto mercato del lunedi facendo una manovra all’interno dello stadio aveva colpito uno dei pilastri degli spalti procurando dei gravi danni alla stabilità del settore.
La gara si anima subito, ma si mette in discesa per i molossi solo sul finire del primo tempo. Fu Zottoli a battere per primo il portiere dei sanniti al trentaduesimo, ripetendosi al trentaseiesimo.Ci pensò, poi, Vastola, su rigore, a chiudere praticamente i conti. Puca riuscì ad accorciare le distanze per i sanniti, ma era troppo tardi.
Nel secondo tempo al quinto minuto di recupero della ripresa quando Matteo Pastore si invola sulla fascia sinistra del terreno di gioco, raggiunge l’aria di rigore e trafigge per la quarta volta i giallorossi.
Sugli spalti fu un tripudio di gioia e di risa, anche perché a pochi era sfuggito che quella punta sgusciante e specializzata nel procurarsi i rigori, aveva corso reggendosi il pantaloncino con una mano. La tenuta dell’elastico dei pantaloncini aveva ceduto, ma non Matteo, che, nonostante un inaspettato disagio, sfruttò a pieno la possibilità che gli offrì il campo. Niente da dire, il classico gol siglato per la caparbietà dell’elastico
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