Esisteva un tempo, quello dei Sarrasti, in cui Nocera era unita e si chiamava Nuceria Alfaterna.
Esisteva un tempo in cui Nuceria era il centro della vita meridionale, più di Salerno, più di Capua e Benevento, ai tempi Maleventum prima, Beneventum poi. Esisteva un tempo in cui, poco prima dell’Unità d’Italia, le due Nocera assunsero la forma attuale, cioè di Nocera Superiore e Nocera Inferiore. La prima si svilupperà lenta, frazionaria e sulla tradizione agricola-boaria, mentre la seconda, complice l’essere nata dopo (come zona all’interno dell’antica Nuceria s’intende), si è sviluppata seguendo trend tecnologici e modernità, almeno al centro cittadino e nelle zone immediatamente intorno.
Esisteva un tempo, nel ventesimo secolo, nel 1910 precisamente, in cui a Nocera Inferiore si fondava una squadra, battente vessillo rossonero, che ideologicamente avrebbe rappresentato entrambe le Città, le quali comunque non si uniranno. Nelle generazioni a seguire, le due Città, pur restando sorelle, gemelle eterozigote per dirla meglio, si svilupperanno su vie differenti, adottando usi e costumi unici, mentalità autoctone e sviluppando un’identità territoriale, pur senza mai negare la natura pan-nocerina che ci lega da secoli immemori.
Esisteva un tempo, però, in cui la Nocerina fallì e comprò, per ripartire già ambiziosamente, il titolo di una squadra della città di Nocera Superiore. Esisteva un tempo in cui lo Stadio Alfaterno, oggi Karol Wojtyla, ospitava le gare casalinghe di una sfortunata Nocerina, bistrattata dal San Francesco, come “retrocessa” ad uno stadio molto più piccolo. Esisteva un tempo in cui, dopo i fatti di Salerno, la Nocerina fu fatta sparire dal professionismo.
Esisteva un tempo, però, dove lo stadio Wojtyla, visto come campetto punitivo, ha ospitato la Serie D, la stessa che vede da oltre 8 anni lo Stadio San Francesco protagonista delle gare interne dei molossi. Esisteva un tempo in cui Nocera Superiore era lo sponsor della Nocerina, brand archeologico sulla maglia home ed away della compagine rossonera. Poi qualcosa è cambiato, forse involontariamente, forse a causa della stampa extra campana, forse a causa della mitezza caratteriale comune tra i cittadini soprani, oppure di una simil-fusione indiretta ed involontaria, legata solo al calcio territoriale, ma Nocera Superiore, centro storico della Nuceria Alfaterna che fu, centro nevralgico della Campania, in accezione archeologica e centro della vita antica “Nucerina”, finisce relegata a filler, riempitivo, spalla silenziosa.

Esisteva un tempo in cui le Due Nocera vivevano di pari spazio e pari notorietà, salvo poi cambiare, in funzione di una narrazione forse un po’ più “sottano-centrica”. Eppure oggi ci sono tante belle realtà sportive, extra-calcistiche anche, ben distinte, che portano Nocera Inferiore sulla mappa geografica per futsal e basket, mentre Nocera Superiore risulta più propensa a vivere e vincere nel volley e nel tennis tavolo, nonchè nella danza e scherma, discipline di cui può fregiarsi d’essere la “casa”. Esisteva un tempo in cui Nocera Superiore era centrale nella cronaca calcistica e sportiva in generale, un tempo lontano, quando si sognava il ritorno di una città unita, unica, eterogenea, ricca di differenze e diversità, un po’ come Salerno, Napoli o Castellammare di Stabia, città grandi, con frazioni interne unite tra le diversità, patriottiche di sè ma tutt’uno tra di loro. Esisteva un tempo in cui Nocera Superiore attirava i lettori, poi è sparita, ma non morta, infatti ha continuato a fare da sparring alla Nocerina, ha continuato a lavorare nel volley, nel tennis tavolo, nella lotta, nella danza, ha cominciato un percorso nella scherma e ha investito fortemente sullo sport.
Adesso è tornata, forte, splendente, con personalità di spicco, di caratura internazionale, venute dalle nostre parti proprio a Nocera Superiore per archeologia, cultura ed attività sociali, e con risultati sportivi (extracalcio) davvero degni di nota.
Nocera Superiore, la sorella (forse) dimenticata, splende ora, di nuovo.
Felice Vicidomini